LILETTA FORNASARI

Il linguaggio pittorico di Dina Cangi, sebbene oggi evoluto rispetto agli esordi rivelandosi in linea con un'assidua ricerca di forme espressive fuori da ogni schema, e divenuto nel tempo oggetto di costanti trasformazioni dettate da momenti emozionali e concettuali diversi, è ancora fedele ai principi fondanti che da sempre caratterizzano le sue opere. Prima di ogni altro elemento, immutabile è rimasto il ruolo della luce, che in ogni caso si dimostra capace di "aprire" spazi infiniti aprendo varchi tra stratificazioni materiche attraverso passaggi tra chiaro e scuro, risultando non estranea a bagliori improvvisi dal forte impatto visivo. Altrettanto fondamentale è la natura, sempre trascritta attraverso la propria fantasia e, come tale, ricca di allusioni e di riferimenti ad un mondo interiorizzante connesso a ricordi ed a emozioni personali. La descrizione di un mondo interiore e la trasposizione concreta e tangibile di un sentire trasfigurato sono le "linee guida" di una dimensione materica, nella quale emergono in superficie reperti e frammenti recuperati dall'abisso e che, esaltati dalla luce nelle pieghe della materia stessa, creano un contrasto straordinario tra spazio, profondità e volume. Composizioni raffinate, plasticamente bene organizzate e cariche di atmosfere sospese tra reale e irreale caratterizzano l'intera produzione della Cangi. Forti passaggi tonali irrompono nella superficie dando a questa un senso di forte dinamismo e creando un contrasto deciso tra l'esterno e l'interno del quadro, dominato sempre in primo piano da masse di colore e materia. Ogni opera si presenta come una rapida, nonché improvvisa e istantanea apparizione e materializzazione di un'emozione, di un pensiero, dimostrandosi capace di divenire icona di sensazioni sempre diverse e concettualmente ricche di valori profondi. Abbandonando le prime e giovanili forme di stratificazione, oggi la Cangi fonde nuclei materici in un magma denso di spazi e di forme insolite e variegate che si muovono sulla superficie incidendola o proiettandola verso l'esterno.